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TOSCANA AL BIVIO: TRA INQUIETUDINI E SPERANZE DI CAMBIAMENTO

di Kishore Bombaci
27 Giugno 2025
In Politica
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sanità toscana
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TOSCANA AL BIVIO: TRA INQUIETUDINI E SPERANZE DI CAMBIAMENTO

Si allarga l’inchiesta pratese sulla corruzione che avrebbe coinvolto l’ex sindaco Ilaria Bugetti e il suo vice. Sotto la lente di ingrandimento della magistratura inquirente, oltre a Bugetti è finito il Vicesindaco Faggi e gli imprenditrori e manager, Matteini Bresci e Bitozzi.

In particolare PM ipotizzano un intreccio di interessi tra la politica, l’imprenditore Matteini Bresci e i vertici del Consorzio Progetto Acqua, Alessio Bitozzi, anch’egli – pare – indagato per corruzione. Bugetti avrebbe forzato l’approvazione di un delibera per favorire il Consorzio Progetto Acqua su sollecitazione di Matteini Bresci e nonostante le resistenze dei dirigenti comunali

Una condotta – sempre secondo l’ipotesi accusatoria – che sarebbe iniziata sin da quanto l’ex sindaco pratese era a capo della Commissione Regionale per lo Sviluppo Economico.

Cosa c’è di vero in tutto ciò, lo accerterà la magistratura, come doveroso. Quello che emerge è tuttavia un dato sconfortante che ha a che fare non tanto con il codice penale quanto con una gestione manageriale del potere che qualifica l’amministrazione dello stesso in città e in Regione.

Bugetti-Matteini-Bitozzi, un trio, dunque, le cui azioni dal 2020 al 2024 si sono caratterizzate per poca trasparenza e una connessione sospetta che ha fatto scattare le indagini della Procura

Ma, come detto, non è questo l’aspetto che interessa, stante che ribadiamo con convinzione che ciascuno è innocente fino a prova contraria e che quindi intendiamo applicare a tutti i prinicpi del garantismo e delo Stato di Diritto che contraddistingue una destra liberale e che, contrariamente a quanto invece messo sistematicamente in atto dalla sinistra, non crede nemmeno un po’ al giustizialismo forcaiolo o alla strumentalizzazioni a fini politici delle inchieste giudiziarie.

Se ne abbia pace il parlamentare europeo Dario Nardella, che, innanzi a uno scandalo politico che coinvolge il PD nella propria tradizionale roccaforte – la Toscana – non trova niente di meglio che tirare in ballo le vicende di Satnanché e Del Mastro

Gradiremmo che “la Costituzione più bella del mondo” valesse per tutti e non solo per gli amici di Nardella. Ma tant’è. Il personaggio ormai ci ha abituato a delle interpretazioni dei fatti un po’ naif.
Non è questo il punto, e lungi da chi scrive, aprire una polemica a distanza con l’ex sindaco di Firenze. Il dato rilevante è politico, non c’è dubbio.

E bene ha fatto Giovanni Donzeli a sottolinerlo in modo cristallino

Perchè, quello di Prato, non è il primo scandalo che agita il PD toscano negli ultimi anni e questo è bene ricordarlo, soprattutto per quegli elettori che continuano a votare la sinistra toscana nella convinzione che siano i continuatori della “questione morale” di berlingueriana memoria. La realtà è molto diversa.

È fatta di legami, intrecci, e meccanismi in sè non necessariamente illeciti, ma che sono il portato di una gestione del potere ormai pluridecennale e che, proprio per questo, aprono la strad a a possibili condotte dubbie, quando non addirittura penalmente rilevanti.

Si ricordi, lo scandalo Keu, la gestione disinvolta della Banca MPS, il più antico istituto creditizio del mondo, fatto letteralmente a pezzi da un sistema manageriale e politico largamente discutibile, i cui effetti si sono riverberati sui correntisti, salvati solo dall’intervento dello Stato

Insomma, quello che c’è in Toscana è un sistema politico-economico dubbio che consolida clientele opache e che garantisce un assetto di potere ritenuto immutabile.

Una sorta di monarchia per diritto divino che trova nella parte centroale della regione – Firenze e Prato – la roccaforte inespugnabile (almno sin qui).
Oggi tutto questo potrebbe cambiare. Lo scandalo Bugetti che ormai ha travalicato i confirni della città di Prato e persino della stessa Regione Toscana, è divenuto caso nazionale.

Il PD – che, come detto in un precedente articolo, ha scelto la strategia del fingersi morti per limitare i danni – sa benissimo che quanto sta accadendo non è un fuoco di paglia

Non è un qualcosa che si può evitare addossando l’intera responsabilità alla Bugetti, liquidando la questione in termini di mera responsabilità penale personale. Perchè se questo è vero nella aule di giustizia, altrettanto vero è che dal punto di vista politico la responsabilità gestionale è collettiva.

E allora, come non domandarsi in che modo in questi anni – meglio, decenni – è stata amministra la cosa pubblica in Toscana?

Gli scandali emersi agli onori delle cronache sono casi isolati, o, al contrario, la punta di un iceberg la cui maggior parte è ancora sommerso nell’Oceano del non detto?

Lecito sospettare che sia la seconda opzione quella più credibile, anche se questo non significa necessariamente illegalità. È semplicemente un metodo politico e relazionale che riflette una stratificazione di potere e la volontà di consolidarlo sempre di più. Una sinistra che si fa alfiera di (teoricamente) grandi battaglie si ritrova invece incistata nella più classica delle dinamiche ben espressa dal Divo GIulio con la massima “il potere logora, chi non ce l’ha”.
Qualcosa, dunque, che non assomiglia nemmeno lontanamente a un “buon governo”, ma al contrario si rivela una incrostazione da rendita di posizione che, fino ad oggi, sembrava inattaccabile e immutabile.

Piano piano questo sistema è entrato in crisi, oggi varie province toscane sono governate dal centro-destra, ma non v’è dubbio che il cuore del potere è Firenze, e, sotto certi aspetti, Prato

Ed è proprio in questi territori che si giocherà la battaglia per le prossime regionali. Chissà se i cittadini toscani riusciranno a trovare ll coraggio per cambiare drasticamente un clima asfittico caratterizzato da una classe dirigente inadatta ad affrontare le grandi sfide che attendono il territorio: dalla sanità al dissesto, al tessuto produttivo in sofferenza estrema ecc.

E allora, innanzi a queste sfide epocali per la nostra Regione, occorre aprire gli occhi. Iniziare a identificare le cose per quelle che sono, e chiamarle con il proprio nome

Senza alcun intento persecutorio, senza nessun giudizio morale. All’uno ci penseranno i PM all’altro ci penserà la coscienza di ciascuno.

Ma dal punto di vista politico, i toscani non potranno che rendersi conto che continuare in tal modo nell’illusione che “in fondo in Toscana si sta bene” è una coperta troppo corta. Un alibi non più in grado di coprire le disfuzioni sistematiche della Regione.

Ecco perchè serve un cambiamento radicale, a partire dalle prossime elezioni regionali.

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Tags: Alessandro TomasiBugettiEUGENIO GIANIPRIMO PIANOREGIONE TOSCANA
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