PER FORTUNA SONO ALL’OPPOSIZIONE: L’INESISTENTE POLITICA ESTERA DEL CAMPO LARGO
Vorrebbero rappresentare un’alternativa valida e concreta al Governo Meloni, ma le uniche cose che li uniscono sono l’avversione politica per l’attuale maggioranza e l’odio personale per la Premier.
Il presunto campo largo della sinistra non è mai d’accordo su nulla e, fortunatamente per il Paese, rimane relegato al ruolo di Opposizione
Rumorosa e da social, con dichiarazioni e scenette degne di un collettivo studentesco, ma pur sempre e solo opposizione. Di scarso livello.
Qualsiasi sia il tema trattato, la Sinistra Massimalista di Schlein, Conte e Fratoianni e la Sinistra pseudo-riformista di Renzi e Calenda, che rincorre incessantemente la prima, si contraddistinguono per posizionamenti diversi tra loro ed all’interno dei singoli sotto gruppi.
Lo si vede quotidianamente in economia, lo si è visto sui Referendum, con almeno 3 posizioni diverse per i 5 partiti, e lo si evidenzia ancora di più sui temi di Politica Estera, dove i distinguo e le posizioni assunte sono tutto ed il suo contrario
Che si parli di Europa, Ucraina, Israele o Iran, l’unico collante che tiene insieme le 5 fazioni sono gli slogan contro l’Esecutivo e le accuse strumentali nei confronti di Giorgia Meloni. Nessuna linea chiara è condivisa da un gruppo che, in queste condizioni, sarebbe impossibilitato dal Governare il Paese, causando una stallo sulla politica estera e la totale perdita di credibilità internazionale per l’Italia.
Distinti e distanti, non solo nelle sfumature, anche sul pacifintismo di piazza, sulla difesa del presunto diritto internazionale a senso unico, sul sostegno al diritto di Israele ad esistere, a prescindere dal colore politico del Governo che lo guida, e sul progetto di aumento di capacità militari difensive dell’Unione Europea
Distinguo che vengono a galla nelle interviste ai media, nelle accuse reciproche sui social e nelle dichiarazioni espresse in Parlamento.
Il passaggio del Presidente del Consiglio in Aula, per trattare i principali temi caldi della complessa situazione internazionale, ha evidenziato ancora una volta tutti i diversi e distanti posizionamenti interni alla presunta coalizione multicolore di sinistra, totalmente disunita sulla politica estera, che dovrebbe rappresentare, invece, uno dei punti cardine per dotarsi di un programma politico serio, da presentare per candidarsi a guidare il Paes
I 3 principali partiti di sinistra, PD, 5S e AVS, presentano 3 diverse risoluzioni, con il PD che boccia quella dei grillini, incessantemente genuflessi a Mosca, al punto di richiedere nuovi approvvigionamenti di gas russo, nonostante le sanzioni in vigore.
Elly Schlein, che premette di “non fare l’ultras”, da perfetta leader di un centro sociale, durante il dibattito sul quadro geopolitico internazionale, con conflitti che circondano l’Europa, non perde tempo a rilanciare il suo antimilitarismo da slogan, ricordando come “la spesa militare toglierebbe risorse a Sanità ed Istruzione”.
Posizione diametralmente opposta a quella assunta da Italia Viva ed Azione, favorevoli al piano UE di riarmo e ad un rafforzamento dell’Unione
Ed oggi, Giuseppe Conte sarà solitario in piazza all’Aia, sede del vertice Nato, per protestare contro la proposta di innalzare la spesa militare sul PIL, scordando di essere stato lui l’ultimo Premier ad aver firmato ed avallato una decisione simile, ai tempi del Conte II.
In tutto questo bailamme, mentre Calenda lancia strali, mezzo social, contro tutto e tutti, a partire dai 5 Stelle e le loro mozioni putiniane, fino al Partito Democratico, accusato di cercare il campo largo con Conte, invece che con la stessa Azione, Matteo Renzi continua la propria nuova carriera da influencer, anzi da hater di Giorgia Meloni, producendosi in nulla più che quotidiani attacchi personali all’indirizzo del Presidente del Consiglio.
Tutti, a parole, richiedono di ritrovare la via della diplomazia, ma nei fatti c’è chi vorrebbe farlo rafforzando l’Unione Europea e chi disarmando l’Occidente e le Democrazie, per sostenere qualsiasi afflato di antioccidentalismo, anche se si tratti dei terroristi di Hamas o di un regime nazi-teocratico come quello iraniano
Totalmente privi di una visione unitaria per il futuro, divisi anche nei valori più profondi, riescono ad unirsi soltanto negli slogan, soprattutto nel più amato: “uniti per battere le destre”.
Ma uno slogan, se mai funzionasse a livello propagandistico, sarebbe totalmente inutile per poter guidare adeguatamente il Paese
E per fortuna, col loro campo, rimangono all’Opposizione.
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