Quando la democrazia viene calpestata: a Impruneta serve un passo indietro
Quanto accaduto nel Consiglio comunale di Impruneta è un fatto di una gravità inaudita.
L’utilizzo della forza pubblica per allontanare un consigliere comunale regolarmente eletto, reo di non aver rivolto un titolo onorifico alla Presidente del Consiglio, rappresenta un colpo diretto alla dignità delle istituzioni e alla tenuta stessa della democrazia
In uno Stato di diritto, la dialettica politica – anche accesa – è non solo prevista, ma tutelata come forma essenziale della rappresentanza popolare. È inaccettabile che si arrivi a invocare le forze dell’ordine contro un eletto dal popolo per motivi così futili, frutto di un evidente abuso di potere da parte di chi dovrebbe, al contrario, garantire il pluralismo e il rispetto delle minoranze all’interno dell’Assemblea.
Se è vero che la Presidente del Consiglio comunale ha agito in questo modo sproporzionato, allora ci troviamo davanti a un episodio che mina le basi stesse della convivenza democratica. Ma ciò che rende ancora più grave il fatto è il silenzio – o peggio, la giustificazione – da parte del Sindaco. Il primo cittadino, rappresentante delle istituzioni e garante del buon andamento amministrativo, non può ignorare un tale sfregio alla democrazia
In un contesto simile, chi ricopre ruoli istituzionali ha il dovere morale e politico di assumersi le proprie responsabilità. Il Sindaco, se non intende dissociarsi da quanto accaduto, dovrebbe fare un passo indietro e rassegnare le dimissioni. Non per opportunità politica, ma per rispetto delle istituzioni che rappresenta e della cittadinanza tutta.
La democrazia si fonda sul rispetto, sul confronto e sull’equilibrio tra i poteri
Ogni abuso, ogni scorciatoia autoritaria, per quanto piccola possa sembrare, è un passo verso l’erosione di queste fondamenta. E questo non possiamo permettercelo.
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