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Home Cronaca

Un ergastolo sacrosanto

di Alessandro Scipioni
18 Giugno 2022
In Cronaca
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ergastolo
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Questo ergastolo è sacrosanto. Buttiamo via la chiave. È semplicemente civiltà. Non dobbiamo essere patetici.Basta essere deboli. Non serve essere buonisti.

Una legge ha senso se la si applica. Se uno stato non sa tenere in galera hanno la gente, non è un paese serio.

Quella madre maledetta

Una mamma per tutti è generalmente qualcosa di meraviglioso. Di sacro. Una mamma rappresenta le uniche braccia certe un bambino. La roccia di Gibilterra di tutta la vita di una persona.

Una donna che agisce contro un figlio non è scusabile. Agisce contro la natura stessa. Non ci può essere perdono.

Un delitto troppo strutturato

Appellarsi al infermità mentale non è giusto. Non è giusto quando il delitto, è così premeditato. Quando si cerca di depistare. Se si inventa un falso rapimento.

Non è accettabile nel momento in cui si cercano di cancellare le tracce. Un momento di coscienza, infame in maledetto deve esserci stato.

Dare giustizia

Elena Del Pozzo aveva solo cinque anni. Una bambina che si affacciava alla vita. Che aveva il diritto di vivere l’infanzia. Di giocare con i suoi amichetti. Di imparare a leggere ed a scrivere.

Quel padre che la piange, invocando giustizia, è nel pieno diritto. È nel pieno della ragione. È un uomo a cui è stato strappato il legame con la speranza alla vita.

Dura lex sed lex

La legge in Italia non è dura. Cavillosa, burocratizzata, sempre in cerca dell’ eccezione. Mai dell’applicazione severa della regola. Troppo duttile per dissuadere. Eccessivamente indecisa per educare.

Non mandiamo a morte gli assassini. E quello possiamo chiamarlo civiltà. Ma solo se la parola ergastolo significa fine pena mai.

Solo se chi è colpevole paga. Perderci nei cavilli. Non siano tremanti ed incerti i giudici. Evitiamo di uccidere due volte questo bambina. Non facciamo finire all’italiana maniera tutto questo. Diamo un esempio più che sia un inno alla vita. Ma che deve passare per una rigidità decisa.

Buttiamo via la chiave.

Ci sarà una fine a questa pena. E quando questa pena sarà finita, Elena sarà ancora nella tomba. Per lei non finirà la pena. Ma qualche ipocrita chiederà pietà verso la madre assassina.

Ogni gesto di pietà verso questa donna, da parte della giustizia, sarà una nuova uccisione della piccola. Se il massimo che possiamo auspicarci sono trent’anni di carcere allora sia. Ma sia.

Trent’anni e non un giorno in meno.

 

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Tags: CARCERECODICE PENALEGIUSTIZIAIN EVIDENZALEGGE
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