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Home Attualità

Studio calcola i soldi necessari per essere “Globalmente soddisfatti”

di Redazione
16 Giugno 2021
In Attualità
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soldi
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I soldi danno la felicità? La domanda è antica e aveva già avuto una risposta: danno la felicità a patto che si utilizzino per avere tempo libero. Oggi un nuovo studio condotto dal Dipartimento di Scienze Psicologiche della Purdue University (Usa) racconta qualcosa in più: in parole poverissime, i soldi fanno la felicità a patto che non siano troppi. Superata una certa soglia, pare, la felicità diminuisce.

Lo studio pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour individua la soglia critica: nella media, il reddito ideale per essere globalmente soddisfatti è 95.000 dollari all’anno (circa 80.000 euro, al cambio di marzo 2018), al netto di tasse e gabelle, è naturale.

Per stare emotivamente sereni basta anche qualcosa in meno: 48-60.000 euro l’anno, gli uni per gli altri, perché per le famiglie con bambini si stima che l’asticella sia un po’ più alta. Comunque, la forbice cambia in base al Paese: il reddito ideale più alto è atteso in Australia e in Nuova Zelanda, quello più basso in America Latina e nei Caraibi.

Per definire i massimali i ricercatori si sono serviti dei dati raccolti da una società di consulenza americana, la World Gallup World, che ha mappato oltre 1,7 milioni di persone dai 15 anni in su, di 164 Paesi.

NON SUPERARE LA SOGLIA

Lo studio ha anche provato a spiegare perché una volta raggiunta la soglia limite sarebbe bene non superarla.

I soldi – spiegano i ricercatori – rendono felici se soddisfano necessità primarie, come avere una casa, fare fronte alle spese, condurre una vita dignitosa. Soddisfatte queste, il rischio è di entrare in una spirale di bisogni indotti e superflui che non favoriscono la serenità.

Poco conta se si è uomo o donna: secondo gli studiosi questa differenza è marginale. Piuttosto, incide il grado di istruzione: chi ha studiato di più ha una soddisfazione maggiore se raggiunge standard economici elevati, probabilmente perché è sottoposto a una pressione maggiore confrontandosi con chi è dello stesso ceto sociale.

Da www.focus.it

 

Leggi anche: Il libro: “Hitler e Mussolini. Lettere, documenti, intercettazioni telefoniche”

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