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Home Attualità

La Repubblica precaria

Le due anime contraddittorie alla base della RSI

di Alessandro Scipioni
15 Giugno 2021
In Attualità
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sinistra
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Il fascismo aveva profonde radici di sinistra. La Repubblica Sociale doveva essere, nell’idea di Mussolini un riscoprire questo, un ritorno alle origini sociali, per non dire socialiste e rivoluzionarie.
Il regime in questa fase era definitivamente liquidato e l’esperienza borghese e conservatrice finita. Anche perché non c’erano più assolutamente le condizioni per il fascismo di riottenere un largo consenso di massa.

Non si poteva realisticamente ricreare un partito che riabbracciasse tutte le categorie della società italiana. Si doveva tornare alle origini, creando un piccolo movimento con grandi propositi rivoluzionari. Ma paradossalmente quella fase movimentista era stata affossata dagli stessi fascisti quando erano andati al governo del paese, accettando il compromesso con l’istituzione monarchica.

Furono gli squadristi a contrastare il biennio rosso. Il fascismo aveva portato oltre vent’anni questa contraddizione dentro di sé.

Un movimento che nasceva socialista, con ideali di sinistra. E andava avanti governando con il consenso dello Stato borghese armonizzandosi con quegli apparati che i socialisti avrebbero definito reazionari, che divennero fondamentali basi sulle quali poggiava il regine.

L’odio per gli squadristi

Mussolini covava un odio profondo per grossa parte degli squadristi. Quest’odio nasceva dal fatto che già all’inizio del suo governo lui aveva cercato la riconciliazione con le forze di sinistra. Lo fece per tramite proprio di quel Nicola Bombacci, che poi aderirà alla Repubblica Sociale Italiana, suo personale amico e tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia.

Voleva riaprire un dialogo con i partiti di sinistra e stabilire rapporti di amicizia con il governo sovietico.
La riconciliazione fu mandata all’aria dagli squadristi che uccisero Giacomo Matteotti e da altri che infuocarono il clima contro i militanti della sinistra.

Mussolini questo non lo aveva mai perdonato a quei manganellatori, che vedeva più come dei reazionari che dei rivoluzionari. Era riuscito a contenere gli eccessi delle squadre fasciste, spesso frammentate, rissose ed indisciplinate anche internamente. Istituzionalizzandole nella milizia volontaria per la sicurezza nazionale, con un regolamento di disciplina ed un inquadramento militare.

Instaurare una dittatura di tipo conservatore

Nonostante i forti progressi in campo sociale, c’era stata una netta compressione dei diritti politici. Ora ampia Repubblica Sociale nasceva con questa contraddizione al proprio interno.

Da una parte animata dalle idee rivoluzionarie e dalle istanze sociali che rispecchiavano l’anima socialista delle origini. Il cosiddetto fascismo di sinistra. Dall’altra però, un grosso insieme di fanatici, ed i picchiatori che nel regime erano stati ghettizzati e ridotti ad elementi di fonda se non addirittura marginali.

Oggi questi reduci delle squadre d’azione, prendevano comunque un grosso peso nell’organizzazione del nuovo stato.

Una certa attrazione Mussolini poteva averla per la parte ideologica, si rendeva conto che tutto l’altro fascismo, quello detto che destra, più legato alle squadre d’azione, avrebbe comunque esercitato un’influenza e mantenuto un potere che a lui non stava a genio che avesse, ma che, vista la situazione corrente, non era in grado di negargli.

 

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