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Home Politica

Imprenditori: la lenta agonia dei condannati a morte (da Conte)

di Niccolò Nesi
27 Ottobre 2020
In Politica
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Imprenditori: la lenta agonia dei condannati a morte (da Conte)
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Condannati a morte, non da un virus, ma da un Governo incapace di mantenere una rotta. Che non è in grado di capire come gestire un’emergenza nazionale. Che non ha sfruttato al meglio il periodo di relativa calma che l’estate ci aveva concesso.

Sono i piccoli imprenditori italiani. Il tessuto forte, la spina dorsale della nostra economia. Quelli che pagano le tasse con cui i nostri esosi governanti si riempiono il conto corrente. Con cui sostengono la pletora di assistiti che sono a carico dello Stato.

Sono titolari di palestre, di ristoranti, di pizzerie. Sono quelli che hanno sofferto e che hanno speso. Sì, perché per ripartire in tutta sicurezza, come il Governo imponeva, hanno speso di tasca loro. Si sono pure indebitati. Hanno ridotto l’afflusso di persone nei loro locali. Hanno comprato strumenti di disinfezione. Migliaia di euro di DPI (dispositivi di protezione individuale). Si sono messi in totale sicurezza per poter tornare a fare il loro lavoro. A dare da mangiare alle proprie famiglie.

Soldi buttati nel cesso e tirata la catena. E le testimonianze sono tante. Troppe. E dolorose.

la logica schiacciante dello chef

Dove non arriva il virus arriva il governo

Partiamo dall’alto, da uno dei più famosi chef italiani: Antonino Cannavacciuolo, che si fa portavoce della categoria. La foto non ha bisogno di commenti. Ma posso citare Filippo, ristoratore pure lui, che scrive: “cari amici, cari clienti, dopo il nuovo atto dittatoriale saremo chiusi a cena. Saremo aperti a pranzo la prossima settimana per provare. Poi valuteremo se chiudere definitivamente”.

Parlo con Paolo, titolare di una piccola palestra che è uno specchio: “stavamo iniziando proprio adesso a rivedere la luce. Eppure da noi tutte le norme di sicurezza sono rispettate”.

Su FaceBook chiede aiuto Anna: “Mio marito lavorava in una pizzeria. Adesso non abbiamo più niente. Sono mamma di due bambine e accetto di fare qualsiasi lavoro.”

Potrei andare avanti per ore a portare esempi uno più straziante dell’altro. Ma sarebbe inutile. È come fare a pugno col libeccio: non vinci mai. Vinci se arrivi con un barcone: allora ti danno vitto, alloggio, telefono, abbigliamento e quattrini.

Gli italiani sono condannati a morte dalle persone che dovrebbero difenderli.

 

Leggi anche: Non è un lockdown, anzi sì ma mascherato

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