8 marzo della vergogna. Scacciata dal corteo perché voleva dare voce alle donne israeliane stuprate e uccise

8 marzo della vergogna. Scacciata dal corteo perché voleva dare voce alle donne israeliane stuprate e uccise

8 marzo 2024, come ogni anno, in tutta Italia si sono tenute manifestazioni femministe, o meglio transfemministe. Sono scese in piazza per denunciare a gran voce le discriminazioni ancora in atto contro di loro, levando il loro dissenso contro il patriarcato, contro le disparità salariali, quelle sociali, contro le violenze.

Ma proprio contro tutte le violenze?

Ieri a Firenze, Sara, una donna a cui va il nostro encomio per il grandissimo coraggio, è scesa in piazza per dare voce ad alcune donne che, a quanto pare, non sono meritevoli di essere difese dall’abbraccio materno delle femministe.

Sara è stata scacciata, perché è andata in mezzo al corteo a chiedere come mai le femministe non intendano indignarsi di fronte alle violenze subite dalle donne israeliane.

A tal proposito, consiglio di cercare il video sulla pagina Instagram di Israele News e di ascoltare e guardare come una delle due donne coinvolte nella “cacciata”, si sia messa le mani intorno alla bocca e abbia ripetuto a Sara “vai via, vai via”.

Il 7 ottobre – giorno del pogrom scatenato da Hamas contro i civili israeliani – moltissime donne e ragazze hanno subito violenze indicibili, da film dell’orrore. Alcune sono ancora in mano ai propri rapitori e aguzzini, e non è dato sapere se siano vive o morte. Se sono vive, stanno sicuramente subendo ancora violenze, qualcuna potrebbe anche essere incinta.

Ma i movimenti femministi tacciono vergognosamente. Anzi, escludono chi invece ha a cuore la sorte di tutte le donne

Cosa sta succedendo? Forse secondo una buona parte dell’opinione femminista le donne israeliane non hanno diritto a essere difese? Forse perché… se lo sono meritato? Considerando quello che si comprende dalle argomentazioni dalla ragazza nel video, Hamas ha fatto uno scempio ma “mai come Israele”, declassando con un vomitevole assist al benaltrismo le violenze efferate e pianificate contro i civili israeliani.

Francamente questo plateale autogol ce lo aspettavamo. Anzi, non stupisce proprio per niente. A guardare tutta la questione con il giusto occhio critico, è chiaro che queste persone siano affette da una grave forma di dissonanza cognitiva, altrimenti nota ai profani come totale distacco dalla realtà.

Perché, da una parte donne che non stavano facendo nulla di male, che stavano ballando a un festival o stavano nel letto a dormire o stavano preparando la colazione alla loro famiglia, si sono viste piombare addosso delle belve fameliche, che le hanno stuprate con così tanta violenza da spezzare loro le gambe. E dall’altra abbiamo donne che non ci arrivano proprio, sono totalmente scollegate.

Sono distaccate da una realtà dove è ormai evidente che se sei ebrea e israeliana puoi essere stuprata, picchiata, rapita, vessata e puoi star certa che non verrai mai difesa da buona parte della “sorellanza” femminista

Buona parte, non tutta. Io, in quanto donna, mi dissocio da ciò e sono con di coloro che sono davvero dalla parte delle donne e non marionette senza cervello che predicano contro il patriarcato e poi ne difendono con slogan assurdi, tra l’altro, i massimi rappresentanti sul pianeta.

A questa “sorellanza” femminista dico fai pena.

Le donne ancora prigioniere di Hamas a Gaza: Naama Levi, Noa Argamani, Romi Gonen, Arbel Yehud, Carmel Gat, Eden Yerushalmi, Doron Steinbrecher, Liri Albag, Daniella Gilboa, Shiri Bibas, Karina Ariev, Agam Berger, Emily Damari.

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