HANUKKAH DI SANGUE

Armi

HANUKKAH DI SANGUE

Nel secondo secolo d.C. con la rivolta dei Maccabei contro l’Impero seleucide, gli ebrei riconquistarono Gerusalemme e, come primo gesto simbolico, vollero riconsacrare il Tempio.

Si narra che l’olio per accendere le otto candele della Channukia non fosse sufficiente a garantire luce per tutti gli otto giorni necessari; tuttavia, grazie all’intervento divino, la sola fiaschetta d’olio presente alimentò la luce per il tempo previsto

Per gli Ebrei fu segno tangibile della presenza di Dio e da quel giorno iniziarono a festeggiare il miracolo della Luce che vince l’oscurità.

Oggi più che mai questo miracolo deve essere fatto rivivere quotidianamente, allorché l’oscurità imperversa e prende le forme più varie, dalla propaganta antisemita alla violenza altrettanto antisemita.

Proprio questa festa, Hannukah stavano festeggiando oltre duemila ebrei a Sidney quando un commando di almeno due terroristi islamici (pakistani probabilmente) ha aperto il fuoco seminando il terrore sulla spiaggia di Bondi Beach e lasciando il tragico bilancio di 16 morti e una quarantina di feriti

E, ancora più inquietante pare che a bordo del veicolo utilizzato dai terroristi sia stato rinvenuto un ordingno pronto a esplodere lasciando intiure un potenziale stragista addirittura peggiore di quello verificatosi. Da lodare poi il coraggio di un venditore di frutta, Ahmed al Ahmad il quale da solo e a mani nude è risucito a disarmare uno dei terroristi consentendone l’arresto.

Non importa se fosse musulmano o cristiano maronita, è stato un gesto da uomo vero, e non come i vigliacchi che hanno portato a termine il massacro di innnocenti

Uno scenario di morte, un barbaro assalto di matrice antisemita, condotto in un giorno di Festa che declina una guerra dichiarata agli ebrei (e non solo) ormai da anni. Una guerra ibrida, che si nutre di pericolosa propaganda che arma le mani degli assassini, a Sidney come altrove.
Inutile negarlo! Siamo in guerra, e chi non lo capisce, chi minimizza, o peggio chi sostiene le ragioni del nemico, è complice.

Chi non condanna, chi tace innanzi alla morte di 16 persone è altrettanto complice

Non vi sono più spazi per le mezze parole, per toni oltremodo diplomatici ed ecumenici che finiscono per suonare ipocriti e per legittimare gli amici del terrorismo.

È giunto il momento di ribellarsi al politicamente corretto che nasconde solo la vigliaccheria di non chiamare le cose col proprio nome

Questo atto è il risultato di anni di antisemitismo profuso a piene mani in questi due anni. Sono quegli slogan, quella propaganda diffusa in modo goebbelsiano dalle piazze e persino da alcune istituzioni ad armare la mano dei folli e chi se ne è fatto latore è altrettanto colpevole rispetto a chi ha premuto il grilletto spezzando vite innocenti strappate a Sidney e non solo.

L’antisemitismo è il presupposto della morte degli ebrei e non importa che lo si chiami ipocritamente antisionismo, peraltro ignorandone completamente il significato

La realtà è che quelle 16 persone uccise e quella quarantina di feriti- fra cui un rabbino di Chabad e una bambina – sono state massacrate in quanto ebree. Non sioniste, non pro Netanyahu (che pure sarebbe ingiusto e inaccettabile), ma solo e semplicemente ebree. Innanzi a ciò non può che preoccupare il tenore soft, omertoso e omissivo anche di quelle prese di posizione che, pur condannando il gesto, non hanno avuto il coraggio di andare fino in fondo tutto questo non può che preoccupare perchè è perfettamente coerente con una certa narrazione che minimizza il contesto in cui è maturata la strage o peggio ancora, ne rivolge le respnsabilità contro le stesse vittime.

Non facciamoci ingannare da chi dice che l’antisemitismo è responsabilità di Netanyahu e del governo israeliano

Non facciamoci ingannare da chi dipinge i terroristi islamici come portatori di istanze da comprendere. Non facciamoci ingannare da chi occulta il proprio antisemtisimo con la pelosa solidarietà a un popolo – quello palestinese – che si traduce in un appeasment verso la sua classe dirigente.

Eraclito sosteneva che in guerra la prima vittima è la verità, e oggi abbiamo prova provata di quanto fosse vera quella sua riflessione;a partire dall’8 Ottobre 2023

Da allora, le narrazioni fuorvianti si sono fatte via via sempre più forti e hanno trovato via via sempre più sponde, persino insospettabili. Il cancro dell’antisemitismo si è insinuato rapido nelle pieghe dell’indifferenza generale che è diventata nel tempo aperta ostilità agli ebrei ritenuti colpevoli di condividere le scelte del Governo di Israele o di non distaccarsene a sufficienza.

Una ostilità che, progressivamente, da silenziosa si è fatta rivendicazione orgogliosa; che da teorica si è fatta violentemente pratica

Sidney, invero, è l’espressione manifesta e tragicamente conclamata di questo humus propagandistico di cui molti sono colpevoli: chi per azione diretta, chi per omissione.
E allora urge una riflessione profonda che interessa tutti quelli che in questi anni, pur non condividendo la retorica pro palestinese, egualmente, un po’ per paura, un po’ per pigrizia, non hanno preso netta posizione.

Oggi, queste persone, che rappresentano la maggioranza delle opinioni pubbliche occidentali, devono superare questa non più accettabile inerzia perchè anch’essa è parte del problema

Gli inutli compromessi con chi si fa portare di narrazioni aberranti non sono più ammessi. Gli ammiccamenti verso il nemico non possono più trovare spazio.
A costoro dico: quel sangue ricade sugli ignavi al pari di come ricade sugli esecutori materiali della strage.

Oggi dunque si impone l’obbligo di ergere una barriera contro l’antisemitismo per prosciugare alla fonte la radice dell’odio ed educare a una forma di pensiero critico che possa vincere le semplificazioni ideologiche e fintobuoniste di parte dell’intellighetia dominante

Ecco perchè, qui in Italia in particolar modo, è fondamentale approvare una legge che punisca severamente le condotte antisemite, e che al contempo fornisca robusti anticorpi per difendersi da questo veleno terribile, a partire dalle scuole, dai luoghi di lavoro, dagli operatori della GIustizia.

Oggi una legge che finalmente consenta di circoscrivere i confini dell’antisemitismo è il primo vero strumento che può proteggere gli ebrei e attivare meccanismi di prevenzione e repressione per le smaccate “porcherie” che abbiamo sentito sin qui a reti unificate, dall’uomo della strada fino al politico, al giornalista all’opinionista

Lo dico chiaramente: la legge contro l’antisemitismo, oggi è l’inizio di quella luce che servirà a combattere un’oscurità portata avanti da chi ci vuole in ginocchio.

Lo chiedono finalmente le Comunità Ebraiche, lo chiede l’Ucei, lo chiedono le Associazioni di amicizia Italia Israele raccolte nell’UAII

È arrivato il momento di dare una risposta concreta a queste istanze, superando gli steccati ideologici per unirsi in una battaglia di civiltà

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