• Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport
oAdHoc News Quotidian
  • Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
AdHoc News Quotidiano
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home Attualità

IL PRIVILEGIO PALESTINESE

di Kishore Bombaci
23 Maggio 2025
In Attualità
0
Le comunità musulmane si distanzino dal terrorismo
116
VISITE
CondividiTwitta

IL PRIVILEGIO PALESTINESE

I mass media occidentali in questi tre anni sono stati occupati in modo tragicamente preponderante a raccontare di guerre terribili che si combattono vicino a noi.

E da tre anni, con cadenza quotidiana, si contano i morti di queste guerre. Si aggiorna il drammatico bilancio delle vittime sparando cifre talvolta credibili, talaltra abbastanza inverosimili. Ma tutto fa audience, e la verità diventa un dettaglio trascurabile

In particolar modo, i media si concentrano su due conflitti: quello in Ucraina avviato a seguito dell’’invasione della Russia del 2022, e quello a Gaza, dopo l’offensiva di Israele seguita al terribile massacro del 7 Ottobre 2023.

Se per il conflitto ucraino, i dati sulle vittime sia civili che militari, sono quantomeno scarni, sul conflitto a Gaza invece i giornalisti sono prodighi di ragguagli sul numero di morti civili indicando cifre – da fonte di dubbia provenienza – elevatissime che restituiscono l’immagine mediatica di un massacro senza precedenti

Insomma, come se a Gaza l’esercito israeliano si divertisse a uccidere civili innocenti.

La questione non sta proprio in questi termini e il danno che una simile narrazione provoca è assai elevato, andando a rinfocolare il sempreverde odio antiebraico (ormai sdoganato a sistema comunicativo di massa). Ma ciò non rileva per i propagandisti in servizio permanente sempre pronti a dare addosso a Israele e al suo Governo. Si parla a sproposito di 50.000 palestinesi morti di cui 20.000 bambini. Cifre tutte da dimostrare e provenienti dall’organizzazione terroristica di Hamas, ma che vengono rilanciate dalle agenzie internazionali senza alcuna previa verifica

Cifre che suscitano l’indignazione dell’opinione pubblica non abituata alle guerre e che , come detto, alimentano la propaganda antisemita.

Ma, anche dando per buona la stima effettuata e che rimbalza di canale in canale alla TV, alla radio e sui social, siamo proprio sicuri che Gaza sia l’unico posto dove la gente muore?

Perché a giudicare dalle reazioni e assecondando il mainstream, sembra che il mondo sia un’oasi di pace turbata dai perfidi giudei a caccia di sangue arabo.

Ma non è proprio così! In tutto il mondo possiamo contare, ad oggi, qualcosa come 56 conflitti attualmente in corso. Oltre all’Ucraina e Gaza, ci sono teatri di guerra in Myanmar, in Pakistan al confine con l’Afghanistan e con l’India (sfiorata per poco un’escalation nucleare) per la zona del Kahsmir, in Sahel, Sudan e Corno d’Africa, in Haiti, Venezuela e Messico (dove la guerra occulta la conducono i grandi cartelli della droga)

Se prendiamo la tragica situazione africana, scopriamo che nel solo 2023-2024 la sola guerra in Sudan ha provocato tra le 62.000 e le 130.000 vittime (fra civili e militari).

A tali vittime debbono essere poi aggiunte quelle per conseguenza del conflitto (fame, scarsità di medicine e di strutture mediche).

Un numero ancora non facilmente calcolabile secondo le stime ufficiali. Circa gli sfollati, è bene ricordare che fra il 15 Aprile 2023 e il 14 Gennaio 2025 oltre 11 milioni di persone circa hanno dovuto abbandonare le proprie case e propri villaggi.

Una situazione drammatica, assai peggiore di quella di Gaza, ma dimenticata dai media e ignorata dall’opinione pubblica. Non risultano manifestazioni, occupazioni di università, coperture politiche e bizzarre tifoserie parlamentari. Non c’è Giuseppe Conte e la sinistra con bandiere varie ed eventuali a ricordarci quanto è bravo, buono e attento ai diritti umani

Non si odono le urla del Geom. Bonelli né si percepiscono le dotte analisi (si fa per dire) dell’ “elettrico” Fratoianni.

In Repubblica Democratica del Congo, una guerra sostanzialmente ininterrotta da trent’anni ha portato a una catastrofe umanitaria senza precedenti e un numero di vittime incalcolabile

Si stima che solo dal 1997 al 2003 sia morte 5 milioni di persone. Un milione di vittime all’anno. Se si fanno le dovute proporzioni con i numeri (diffusi ma non veritieri) di Gaza, si scoprirà che siamo su due pianeti lontani.

Naturalmente questo conto è tragicamente salito – soprattutto nell’ultimo anno – con difficoltà persino a ricostruire il numero esatto dei morti civili diretti e indirettamente collegati alla guerra

Ma anche in questo caso, la situazione è completamente ignorata a livello mediatico e non considerata in termini di sdegno dell’opinione pubblica.

Le orde barbariche che devastano le nostre città a cadenza quasi quotidiana non espongono bandiere congolesi, non invocano “ Free Congo”, probabilmente nemmeno sanno dove sta il Congo.

In Myanmar, un’altra terribile guerra che è scoppiata nel 2021 a seguito di un colpo di stato militare ha provocato sino ad oggi 53.000 morti e oltre 3 milioni di sfollati. Una situazione opaca, oscura, dagli scenari inquietanti di un popolo che non riesce a trovare un equilibrio democratico. Un paese dove la tortura è all’ordine del giorno, dove i militari non hanno pietà dei dissidenti

E, Indovinate? Anche in questo caso, nessuna indignazione, nessun social invaso da protese, nessuna bandiera sventolata nei consessi istituzionali.

Niente di niente

Potrei certamente continuare, andando leggermente indietro nel tempo e parlando delle decine di migliaia di vittime nel primo anno e mezzo di guerra in Iraq o di altrettanti morti nella guerra siriana.

Ma sarebbe solo un aggiornamento di una catastrofica contabilità della morte che restituisce l’immagine davvero di una Terza Guerra Mondiale a pezzi, in cui in ogni parte del mondo i civili, soprattutto i bambini subiscono le conseguenze di un mondo che pare impazzito

Ma probabilmente i bambini del Congo, quelli del Myanmar, i bambini siriani, i bambini ucraini, i bambini sudanesi valgono meno dei bambini palestinesi. Non v’è altra spiegazione per giustificare ingiustificabili silenzi. O no?
Nel vuoto siderale con cui vengono trattati questi conflitti a livello mediatico e di opinione pubblica, si trascura che in quei contesti esistono occupazioni illecite di territori, esistono dittatori sanguinari, eserciti genocidiari (a norma del diritto internazionale, questa volta). Ci sono fazioni jihadiste che torturano e uccidono cristiani e chiunque non si piega alla dura legge della sharia.

Insomma, c’è tutto un contesto di crimini di guerra, di violazioni del diritto internazionale e di lesione di ogni principio giuridico internazionale immaginabile

Eppure, ripeto, tutto questo è accompagnato da un vigliacco silenzio che non trova giustificazione se davvero si è interessati a quei diritti, a quei valori e a quei principi. Invece, il silenzio rumoroso dell’indifferenza.

Al contrario, i palestinesi godono di uno Statuto Speciale. Quegli stessi palestinesi per i quali esiste una legislazione internazionale specifica per cui, ad esempio, il titolo di “profugo” si estende per propagatio seminis a generazioni che nemmeno l’hanno mai vista la Palestina e che vivono magari comodamente all’estero.

O per i quali esiste un’agenzia ONU ad essi dedicata (l’UNRWA) e sappiamo bene quali tipo di complicità sussistono. Quegli stessi palestinesi le cui leadership sono state inondate di milioni di dollari ed euro, come mai nella storia e che hanno usato quelle risorse non per il bene del loro popolo ma per attrezzarsi militarmente

Insomma, se si guardano i dati – quelli veri, quelli ufficiali, non quelli di Hamas – ci si rende conto che non si può dire che palestinesi siano stati più sfortunati dei congolesi, degli abitanti del Myanmar, dei siriani, degli iracheni ecc. Anzi! Eppure, la distopia dei tempi moderni, la dispercezione della realtà condita da una ideologia cancerosa come quella del progressismo antisemita, dipinge un mondo al contrario.

Non da ora! A giudicare dalle prese di posizione dell’uomo della strada, dai social, persino da alcuni parlamentari “il palestinese” ha perso la sua natura antropica per diventare simbolo dell’oppressione

Una narrazione che se non fosse tragica farebbe ridere. Una narrazione che ha sparso in modo capillare l’odio antisemita e ha fatto rimpiombare il mondo negli anni 30 del secolo scorso. Un’odio che ha provocato le prime vittime ebree al grido “Free Palestine”.

Mentre tutti stanno in silenzio su quanto avviene in varie parti del mondo, su Israele e la Palestina, tutti si improvvisano statisti, legulei internazionali, propagandisti ecc. Perché per i palestinesi sorgono come funghi eserciti di indignati permanenti in servizio continuativo che trovano sponda nella sinistra parlamentare e non, e per gli altri popoli vige il silenzio più totale?

Ogni situazione non ha – per costoro – il proprio Netanhyau da condannare e bastonare?

Evidentemente no! E dove è la Corte Penale Internazionale così prodiga di provvedimenti? E dove è il Segretario Generale dell’ONU Guterres? Non prevenuti.

Allora, insomma, a un certo punto – per citare un famoso film di Paolo Villaggio – viene un leggerissimo dubbio.
Ma non li chiamiamo antisemiti. Perché sennò si offendono! Loro sono i buoni, gli altri – i perfidi giudei – i cattivi! Ca va sans dire

Leggi anche:

https://www.adhocnews.it/

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

Tags: ANTISEMITISMOIN EVIDENZAISRAELEPALESTINARAZZISMO
Articolo precedente

Andrea Tremaglia ha ragione. Sul fascismo e la Repubblica Sociale il Partito Democratico è il regno dell’ipocrisia

Prossimo articolo

Tutti in Piazza della Signoria il 28 maggio alle ore 19.00 per chiedere più sicurezza

Prossimo articolo
Firenze: 460.000 presenze nel Centro Storico. Boom di foto sui social network. L’albero di Santa Maria Novella “star” della manifestazione

Tutti in Piazza della Signoria il 28 maggio alle ore 19.00 per chiedere più sicurezza

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Contatti e informazioni AdHoc News
  • Partners & Advertising
  • Privacy policy
  • Cookie policy

© 2025 JNews - Premium WordPress news & magazine theme by Jegtheme.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport

© 2025 JNews - Premium WordPress news & magazine theme by Jegtheme.