“6000 Sardine E.T.S.” giallo sulla società creata dai fondatori del movimento

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Sono appena nate ma già iniziano a bisticciare. Il movimento delle sardine, infatti, è scosso da un mistero che coinvolge Mattia Santori, Roberto Morotti, Andrea Garreffa e Giulia Trappoloni, ovvero i quattro ideatori e fondatori della protesta di piazza in “forma ittica”.

Cos’è successo? Presto detto: è spuntata fuori una società dei quattro iniziatori, creata all’insaputa di tutte le altre sardine del Belpaese. Sardine che ora si interrogano su questo strano fatto. Il soggetto giuridico della discordia, come registrato da Il Fatto Quotidiano, si chiama “6000 sardine E.T.S”, dove la sigla “E.T.S.” sta per ente del terzo settore. Di fatto si tratta dell’esordio del movimento di piazza nell’intricato mondo italico del diritto. Una società nata con una dote nelle casse di oltre cinquantamila euro – 54mila per l’esattezza -, peraltro raccolti in una manciata di giorni. Con l’obiettivo di ingrossare il patrimonio.

“Già, perché lo scopo per cui la misteriosa associazione è nata è fare da ‘cassaforte’ alla raccolta fondi online – lanciata il 23 dicembre – per il concerto evento del 19 gennaio a Bologna”, scrive appunto Il Fatto. Poi, si legge ancora:”Le donazioni andranno su un conto corrente dell’associazione che ne deterrà piena responsabilità, e rendicontera’ la spesa di ogni euro raccolto”.

Ecco, quello del 19 gennaio sarà di fatto – anche se non è stato detto pubblicamente e mai lo sarà… – una chiusura ufficiosa dalla campagna elettorale di Stefano Bonaccini, governatore uscente dell’Emilia-Romagna per il Partito Democratico e tutto il centrosinistra. Già, perché le sardine, ricordiamolo, sono nate in Piazza Maggiore nella “rossa” Bologna, per opporsi all’evento del centrodestra al Paladozza, in cui veniva lanciata con vigore la candidatura della leghista Lucia Borgonzoni.

Il caso è ufficialmente aperto: nessuna sardina d’Italia, infatti, era a conoscenza di quella società. Una volta venuta a galla la questione, e solo dopo diverse richieste di delucidazioni ed chiarimenti, i quattro padri fondatori avrebbero comunicato – ovviamente in forma privata – i motivi della decisione di dare vita a un soggetto giuridico, con canto di conto corrente sul quale raccogliere fondi e donazioni.

E di soldi ne arrivano a bizzeffe, basti pensare che l’obiettivo fissato a 50mila euro per coprire tutte le spese per il concerto di metà gennaio è stato abbondantemente superato da un bel po’ di tempo. Ecco, tutti quei denari in più che fine faranno? Al momento, è un mistero. Ed è così che, allora, iniziano i primi mal di pancia all’interno del movimento.

Il Fatto, infatti, riporta lo sfogo di un’anonima sardina: “Mi chiedo a cosa sia servita l’assemblea convocata a Roma, Lì eravamo in centocinquanta e si è detto che tutti contavamo allo stesso modo. Non avevamo il diritto di sapere di quest’associazione? Non avevamo il diritto di farne parte e avere voce in capitolo sulla gestione dei fondi?”.

Fabio Franchini per il Giornale

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